Toro, a chi la visitasse la prima volta, smarrendosi nel dedalo di viuzze (le caratteristiche rue) del centro storico e salendo sulla sommità della fiera torre campanaria. Toro sembrerebbe un vascello sospeso nel vuoto, a metà tra il cielo e la verde vallata del fiume Tappino. Sarà per questo che, nel corso dei secoli, non ha mai smesso di far innamorare i suoi tanti ospiti storici tra cui il cardinale Vincenzo Maria Orsini (poi papa Benedetto XIII), che pose nel convento di Santa Maria di Loreto, vero e proprio scrigno di tesori artistici la “sua prediletta stanza”.

Cosa vedere a Toro?

I visitatori possono ammirare la chiesa di S. Rocco, fuori dalle mura, e la chiesa parrocchiale del SS. Salvatore, risalente al XI secolo, con la scalinata in pietra e una tavola cinquecentesca attribuita al pittore Giovanni Vincenzo d’Onofrio. La chiesa custodisce anche una stele funeraria romana del terzo secolo, trasformata in fonte battesimale. Il ponte a schiena d’asino, le strutture religiose e la storia millenaria rendono Toro un tesoro da esplorare, offrendo ai visitatori una piacevole immersione nella cultura, nelle tradizioni e nell’architettura molisana.

Approfondimenti sul borgo su Turismo in Molise

Come raggiungere Toro

Da Campobasso: Prendi Via Luigi d’Amato in direzione Via Insorti d’Ungheria, prendi SS645 in direzione di SP56 a Toro

Da Isernia: Prendi C.so Giuseppe Garibaldi in direzione di Strada Statale 17, continua su SS17 in direzione di Campobasso, guida in direzione di SP56 a Toro.

 

Luoghi di interesse a Toro

  • Convento di Santa Maria di Loreto
  • Museo Civiltà contadina
  • Chiesa SS. Salvatore
  • Chiesa di S. Rocco
  • Ponte Romanico
toro che emerge dalla nebbia in molise

Contatti e riferimenti

Per le visite contattare:

  • Comune: 0874 461101
  • Mail: info@comune.toro.cb.it
  • Sito web: www.comune.toro.cb.it

Ricorrenze a Toro

Lo sapevi che...

Le prime tredici sere di giugno si accendono i “fuochi a Sant’Antonio”. In particolare sono assai caratteristici e grandiosi i fuochi dell’ultima sera, quando viene bruciata la “bamboletta”, il fantoccio di paglia e carta colorata issato alla sommità di ogni falò. Non è chiara la simbologia della “bamboletta” (forse a evocare la tredicina oppure la primavera che lascia il posto all’estate). Nessun dubbio, invece, sui banchetti che da qualche decennio accompagnano il rituale.

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